Il 19 aprile 2016 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale con il Decreto Legislativo n.50, il nuovo Codice degli appalti, servizi e forniture pubbliche. La riforma approvata dal Consiglio dei Ministri introduce delle novità normative fondamentali, puntando molto sulla trasparenza dei processi, riducendo al minimo la discrezionalità e l’arbitrarietà nelle scelte di affidamento e aggiudicazione.
L’approvazione del nuovo Codice degli appalti è stata presentata come incentivo alla ripresa economica del paese: proprio per la sua cruciale importanza, per la svolta che segna in materia di appalti, concessioni e servizi nella quale l’Anac (Autorità Nazionale Anti Corruzione) ha un ruolo assolutamente centrale, rendendo fondamentali le competenze delle persone.
Quello degli appalti e dei contratti è un ambito strategico per le imprese del territorio e le novità appena introdotte mirano ad agevolare l’accesso al mercato degli appalti pubblici anche da parte delle aziende medio-piccole.
Il fabbisogno che si evidenzia pertanto è di figure professionali aggiornate e preparate che si Occupino di un settore cruciale per le imprese, ma che al momento non è adeguatamente sfruttato dalle stesse, proprio per carenza di competenze specifiche e di risorse dedicate ed aggiornate.
La creazione di figure professionali di questo tipo, risulta ancora più urgente se si pensa all’ambito degli appalti europei, altro ambito sul quale i destinatari del progetto verranno formati.
Ogni anno, oltre 250.000 amministrazioni pubbliche dell’Unione Europea spendono circa il 18% del PIL per acquisti di servizi, lavori o forniture: non solo molte imprese non sanno come aggiudicarsi questi appalti, ma non ne sono nemmeno a conoscenza.
Il nostro paese l’anno scorso non ha utilizzato circa il 70% dei finanziamenti messi a disposizione dell’Unione Europea e il Veneto si colloca tra le macroregioni europee peggiori, non solo come utilizzo dei budget aggiudicati (appena 120 milioni sui 452 milioni messi a disposizione), ma anche in termini di progetti/contratti presentati, con 646 proposte inoltrate contro le 13.120 della Lombardia.
Risulta quindi evidente come sia necessario intervenire per formare professionalità specializzate in questo settore, sempre più imprescindibili per le aziende del territorio.